Il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento, nell'esaminare il ricorso avverso la variante urbanistica adottata dal Comune di Predazzo e approvata dalla Provincia autonoma di Trento, afferma che la legittimazione a ricorrere va riconosciuta ai proprietari di immobili situati nelle zone interessate dalla variante, in quanto titolari di una "situazione di stabile collegamento" con il territorio oggetto di pianificazione, la cui integrità ambientale e paesaggistica è tutelata dalle norme urbanistiche. Il Tribunale ritiene infondati i motivi di ricorso relativi alla mancata applicazione della valutazione ambientale strategica (VAS), in quanto la direttiva comunitaria 2001/42/CE non era ancora stata recepita nell'ordinamento provinciale al momento dell'adozione della variante. Parimenti infondati sono i motivi riguardanti l'insufficienza della relazione illustrativa, la violazione del Piano Urbanistico Provinciale, l'illegittimità del programma integrato di intervento e l'erronea determinazione del dimensionamento della variante. Anche le censure relative alla mancata comunicazione di avvio del procedimento e alle ulteriori modifiche apportate alla variante in sede di approvazione vengono respinte, in quanto le norme sull'iter procedimentale non trovano applicazione agli atti di pianificazione urbanistica generale. In conclusione, il Tribunale respinge il ricorso, ritenendo legittima la variante urbanistica impugnata.