Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32819 del 27 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:32819PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La gravità della condotta e le modalità dell'aggressione, anche in assenza di conseguenze letali, possono costituire indici sintomatici del concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato, giustificando l'applicazione della misura cautelare più grave della custodia in carcere, a prescindere dalla mera considerazione della fattispecie astratta di reato e della sua cornice edittale. Ciò in quanto tali elementi rivelano la personalità dell'indagato e la sua incapacità di controllare la propria spiccata aggressività, anche in assenza di precedenti specifici. La valutazione della proporzionalità della misura non può essere fondata esclusivamente sulla mancata verificazione dell'evento più grave inizialmente prospettato, dovendo invece tener conto della gravità complessiva della condotta, delle sue modalità e della personalità dell'indagato, così come accertate dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 24/03/2016 del TRIB. LIBERTA' di ROMA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. GIUSEPPE DE MARZO;
sentite le conclusioni del PG Dr. MARIO MARIA STEFANO PINELLI, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore avv. (OMISSIS) che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Nell'interesse di (OMISSIS) e' stato proposto ri…

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