Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 43305 del 12 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:43305PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la legittimità di un provvedimento cautelare, non può riesaminare nel merito gli elementi fattuali e probatori posti a fondamento della decisione, né può rivalutare l'apprezzamento delle esigenze cautelari e delle misure ritenute adeguate, trattandosi di accertamenti riservati in via esclusiva al giudice di merito. Il controllo di legittimità è circoscritto alla verifica della congruità e logicità della motivazione, che deve esporre le ragioni giuridicamente significative poste a base del provvedimento, senza incorrere in evidenti illogicità. Pertanto, è possibile prospettare in sede di legittimità una diversa interpretazione del significato di una intercettazione rispetto a quella adottata dal giudice di merito, soltanto in presenza di un travisamento della prova, ovvero di una difformità tra il contenuto reale e quello indicato nel provvedimento, che risulti decisiva ed incontestabile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Co. Ma. , nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza 30 marzo 2009 del Tribunale del riesame di Catania, che ha confermato l'ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa il 2 febbraio 2009 dal G.I.P. presso il Tribunale di Catania;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LANZA Luigi;

Sentito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procurato…

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