L'autorizzazione paesaggistica costituisce un atto autonomo e presupposto rispetto al permesso di costruire o altri titoli legittimanti l'intervento urbanistico-edilizio. La valutazione di compatibilità paesaggistica spetta in via esclusiva all'autorità statale competente (la Soprintendenza) e non può essere surrogata da una delibera comunale che dichiari l'esistenza di prevalenti interessi pubblici al mantenimento dell'opera abusiva ai sensi dell'art. 31, comma 5, del d.P.R. n. 380/2001. L'art. 167 del d.lgs. n. 42/2004, che sancisce il divieto di rilascio postumo dell'autorizzazione paesaggistica per interventi comportanti la realizzazione di nuovi volumi e superfici, trova applicazione anche agli abusi realizzati prima della sua entrata in vigore, in quanto norma di natura ripristinatoria e non sanzionatoria. Pertanto, la Soprintendenza è tenuta a rilevare l'improcedibilità della richiesta di autorizzazione paesaggistica avanzata per un manufatto realizzato in assenza del prescritto titolo, senza possibilità di valutare diversamente in ragione di prevalenti interessi pubblici dichiarati dal Comune.