Cassazione penale Sez. I sentenza n. 22260 del 3 giugno 2024

ECLI:IT:CASS:2024:22260PEN

Massima

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Il riconoscimento dell'aggravante mafiosa ai sensi dell'art. 416-bis c.p. è legittimo quando le modalità di esecuzione del reato, caratterizzate da connotazioni tipicamente belliche e da assoluta incuranza del pericolo per la vita altrui, risultino oggettivamente funzionali e logicamente connesse all'azione criminosa, rivelando un nesso eziologico immediato con la perpetrazione del delitto e la forza di intimidazione propria degli assetti organizzativi mafiosi, a prescindere dall'identificazione compiuta dell'organizzazione criminale di riferimento. Ai fini della configurabilità di tale aggravante, non è necessario che i comportamenti criminosi siano direttamente riconducibili alla sfera operativa di una specifica consorteria mafiosa, essendo sufficiente che le modalità esecutive del fatto, per la loro efferatezza e spregiudicatezza, siano tipicamente riconducibili ai metodi e alle logiche proprie della criminalità organizzata di stampo mafioso. Pertanto, il giudice cautelare, nel valutare la sussistenza dell'aggravante di cui all'art. 7 d.l. n. 152 del 1991, conv. in l. n. 203 del 1991, deve procedere ad un esame complessivo degli elementi indiziari acquisiti, verificando se le peculiari modalità di realizzazione del reato, caratterizzate da connotazioni belliche e da assoluta disprezzo per la vita altrui, siano oggettivamente idonee a integrare il requisito dell'agevolazione e del rafforzamento dell'organizzazione criminale, a prescindere dall'identificazione di quest'ultima. Tale valutazione non può essere condotta in modo atomistico e parcellizzato, ma deve fondarsi su un apprezzamento unitario e globale degli indizi, al fine di superare l'ambiguità indicativa di ciascuno di essi, giungendo a un giudizio di gravità indiziaria che consenta di attribuire il fatto all'indagato con un alto grado di credibilità razionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta da

Dott. ROCCHI Giacomo - Presidente

Dott. MASI Paola - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Relatore

Dott. RUSSO Carmine - Consigliere

Dott. GALATI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Da.Ni., nato a B il (omissis)
avverso l'ordinanza emessa il 23/10/2023 dal Tribunale del riesame di Bari
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis));
sentite le conclusioni del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha chiesto l'inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
L'individuazione del ricorrente si riteneva ulteriormente corroborata dall'annotazione di servizio redatta il 10 settembre 2022, alle ore 14, a distanza di meno di un'ora dall'agguato mafioso, con cui si d…

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