Cassazione penale Sez. I sentenza n. 36786 del 12 ottobre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:36786PEN

Massima

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Il provvedimento di confisca di beni può essere legittimamente adottato nei confronti di un soggetto ritenuto socialmente pericoloso in quanto indiziato di appartenere ad un'associazione di tipo mafioso, anche in assenza di una condanna definitiva per il reato di cui all'art. 416-bis c.p., purché tale pericolosità sociale sia stata accertata in precedenza con l'applicazione di una misura di prevenzione personale. Ai fini della confisca, il giudice è tenuto a verificare la sussistenza di una netta sproporzione tra il valore dei beni confiscati e il reddito lecitamente prodotto dal proposto e dai suoi familiari, valutando in modo analitico e puntuale la documentazione prodotta dalla difesa, senza limitarsi a richiamare le argomentazioni del provvedimento di primo grado. Tuttavia, la prospettazione per la prima volta in sede di legittimità di questioni relative alla pericolosità sociale del proposto, non oggetto di specifica doglianza in appello, rende inammissibile il relativo motivo di ricorso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S - Consigliere

Dott. CARTA Adriana - rel. Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO Piera M.S. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PR. PI. N. IL (OMESSO);

avverso il decreto n. 5/2009 CORTE APPELLO di CATANZARO, del 21/05/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ADRIANA CARTA;

lette le conclusioni del PG Dott. SALVI Giovanni che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RILEVA IN FATTO

1.- Con decreto 21 maggio 2010 la corte di appello di Catanzaro confermava il provvedimento con il quale il 5 novembre 2008 il Tribuna…

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