Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20140 del 20 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:20140PEN

Massima

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Il giudice di prevenzione, nel valutare l'attualità della pericolosità sociale di un soggetto, può prescindere dall'esito del giudizio penale e considerare tutte le condotte del proposto che, pur non integrando il reato associativo, siano comunque espressive di una contiguità e familiarità con l'organizzazione criminale di riferimento, tali da renderlo ancora attualmente pericoloso. A tal fine, il giudice deve analizzare in modo complessivo e diacronico la condotta del proposto, senza limitarsi a considerare singoli episodi, ma valutando il suo ruolo, il livello di coinvolgimento e il mantenimento di relazioni con esponenti della consorteria, anche in epoca successiva all'interruzione della sua partecipazione attiva alle iniziative delittuose. Inoltre, il giudice può fondare il giudizio di pericolosità sociale sulla sproporzione tra i redditi leciti e gli incrementi patrimoniali, ritenendo che questi ultimi derivino da attività illecite, senza che sia necessario provare la diretta provenienza da reati specifici. Infine, la durata massima della misura di prevenzione può essere commisurata all'intensità della pericolosità sociale, senza che ciò integri una violazione di legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SANDRINI Enrico G. - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - rel. Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 15/05/2020 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. CAPPUCCIO DANIELE;
lette le conclusioni del PG, il quale ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con decreto del 15 maggio 2020 la Corte di appello di Bologna ha integralmente confermato quello con cui il Tribunale di Bologna, il 21 maggio 20…

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