Il sequestro preventivo di un bene è legittimo solo se vi sia una relazione specifica e stabile tra il bene e l'illecito, che testimoni l'esistenza di un rapporto strutturale e strumentale. Tale nesso di strumentalità deve essere adeguatamente motivato dal giudice, non essendo sufficiente una mera relazione occasionale tra la "res" e il reato contestato. Anche nel caso di confisca obbligatoria, come previsto dall'art. 416-bis, co. 7, c.p., la dimostrazione dell'esistenza di tale rapporto è necessaria, in quanto l'obbligatorietà della confisca non comporta alcuna presunzione circa la strumentalità delle cose da sottoporre a sequestro. Il giudice deve quindi spiegare in modo logico e coerente, sulla base di elementi di fatto, il nesso di pertinenzialità tra il bene e l'attività illecita, senza limitarsi a richiamare il ruolo rivestito dall'indagato all'interno dell'associazione mafiosa. In mancanza di tale motivazione, il provvedimento di sequestro preventivo è illegittimo e deve essere annullato.