Il diritto di critica costituzionalmente tutelato dall'art. 21 Cost. prevale sul diritto alla reputazione di cui agli artt. 2 e 3 Cost. quando l'esposto contenente espressioni offensive sia diretto all'autorità competente e risulti rispettoso dei requisiti di verità dei fatti, secondo il principio della corrispondenza con lo stato accertato della realtà al momento della propalazione, e di continenza, intesa come pertinenza delle affermazioni ai temi in discussione e assenza di aggressioni gratuite o mera volontà di screditare la persona anziché criticarne l'operato. Pertanto, la scriminante del diritto di critica è applicabile anche quando l'esposto sia indirizzato all'autorità disciplinare e contenga valutazioni di rilievo deontologico-disciplinare, purché rispetti i suddetti requisiti, in quanto la libera dialettica democratica e il controllo sull'operato della pubblica amministrazione costituiscono beni giuridici prevalenti rispetto alla tutela della reputazione individuale.