Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2331 del 20 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:2331PEN

Massima

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Il giudice di legittimità non può applicare per la prima volta in sede di ricorso per cassazione l'istituto della continuazione tra un reato ancora sub iudice e un altro reato per il quale sia intervenuta condanna definitiva successivamente alla pronuncia della sentenza impugnata, dovendo tale questione essere previamente sottoposta al giudice di merito. Infatti, la possibilità di richiedere l'applicazione della continuazione in sede esecutiva, ai sensi dell'art. 671 c.p.p., non esclude l'interesse dell'imputato a chiederne il riconoscimento al giudice della cognizione, con conseguente facoltà di adire il giudice dell'impugnazione in caso di provvedimento sfavorevole. Tuttavia, la richiesta di continuazione può essere proposta per la prima volta in cassazione solo quando, per ragioni obiettive, non sia stato possibile sollevarla davanti al giudice di merito, in primo grado o in appello, in quanto il principio devolutivo impone al giudice dell'impugnazione l'obbligo di pronunciarsi sulle richieste dell'imputato, senza poter rinviare la relativa valutazione al giudice dell'esecuzione. Diversamente, l'annullamento con rinvio di una sentenza priva di vizi al momento della pronuncia confliggerebbe con il principio di ragionevole durata del processo, mentre la determinazione di una pena del tutto nuova da parte della Corte di Cassazione, in virtù di un giudizio discrezionale, costituirebbe un'evidente forzatura non consentita dall'art. 619 c.p.p., comma 2.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS), il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 3/11/2014 della Corte di Appello di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa CATENA Rossella;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. MAZZOTTA Gabriele, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Palermo confermava la sentenza del 25/02/2013 …

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