Il provvedimento di revoca di una concessione amministrativa deve essere assistito da un'istruttoria e una motivazione particolarmente accurate, volte a evidenziare la concreta e significativa prevalenza dell'interesse pubblico sotteso al provvedimento di ritiro, nonché la sua "ragionevole prevalenza" sull'interesse del soggetto beneficiario del provvedimento originario. L'atto di revoca deve altresì contenere un'adeguata ponderazione di tutti gli interessi pubblici in gioco, anche eventualmente contrapposti a quello sotteso al ritiro del provvedimento originario. Il mero dissenso di una parte della cittadinanza, anche se manifestato con toni aspri o con atti illeciti, non può costituire di per sé un "problema di ordine pubblico o sociale" tale da giustificare la revoca di una concessione, essendo compito delle istituzioni pubbliche prevenire e contrastare simili comportamenti con misure appropriate, non certo assecondare le pressioni di pochi individui a discapito di interessi pubblici preminenti, quali la tutela e la valorizzazione di beni culturali e paesaggistici. Pertanto, il provvedimento di revoca di una concessione amministrativa che non rispetti tali principi è illegittimo per carenza di adeguata motivazione e difetto di istruttoria.