Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 14888 del 27 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:14888PEN

Massima

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Il falso accusatore, pur essendo a conoscenza della falsità dell'addebito, presenta una denuncia penale in danno di un soggetto, consapevole della mancanza di qualsiasi contatto tra sé e la persona offesa, così integrando il reato di calunnia. La ritrattazione successiva della persona offesa, generica e strumentale alla tesi difensiva, non può essere presa in considerazione ai fini dell'esclusione della responsabilità penale dell'imputato, in quanto il reato di calunnia si perfeziona con la presentazione della denuncia falsa, a prescindere dalle successive condotte della persona offesa. Inoltre, la richiesta di riconoscimento di circostanze attenuanti generiche, non sollevata in sede di appello, non può essere eccepita per la prima volta in sede di legittimità. Pertanto, il ricorso per Cassazione proposto dall'imputato, fondato su motivi manifestamente infondati, deve essere dichiarato inammissibile, con condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizi - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 05/06/2015 della CORTE APPELLO di LECCE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/03/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dr. MAURIZIO GIANESINI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. LUCA TAMPIERI che ha concluso per annullamento con rinvio;
avv. (OMISSIS) che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.
RIT…

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