Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11473 del 17 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:11473PEN

Massima

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Il contenuto di un post pubblicato su un profilo social riconducibile all'imputato, che faccia riferimento a vicende e situazioni di cui lo stesso abbia conoscenza diretta, possa essere oggettivamente riferibile alla persona offesa anche in assenza di un esplicito riferimento nominale, qualora dal contesto emergano elementi idonei a individuare il soggetto passivo. Inoltre, l'idoneità intimidatoria di una minaccia, ai fini dell'integrazione del reato di cui all'art. 612 c.p., va valutata in relazione alle concrete circostanze del fatto, senza che sia necessario l'effettivo verificarsi di un sentimento di timore nella vittima, essendo sufficiente che la condotta dell'agente sia potenzialmente idonea ad incidere sulla sua libertà morale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CATENA Rossella - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. MAURO Anna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/02/2022 della CORTE APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Grazia Rosa Anna Miccoli;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Giuseppe Riccardi, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito l'avvocato Ippolita Naso, quale sostituto processuale dell'avv. Anna Lisa Mazzara e in difesa di (OMISSIS), che ha chiesto il riget…

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