Il reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) ha natura sussidiaria e trova applicazione solo quando il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica. Pertanto, quando l'azione posta in essere integra contemporaneamente gli estremi del reato di sostituzione di persona e di un altro reato contro la fede pubblica, come il falso in scrittura privata (art. 485 c.p.), il reato di sostituzione di persona deve ritenersi assorbito in quest'ultimo, essendo unica l'azione riconducibile a entrambe le fattispecie. Il giudice, nel verificare la corretta qualificazione giuridica del fatto, ha l'obbligo di rilevare tale assorbimento, sanzionando il solo reato più grave contro la fede pubblica. L'erronea applicazione della legge penale in tal senso comporta l'annullamento della sentenza di patteggiamento, incidendo sull'oggetto dell'accordo intervenuto tra le parti, con conseguente restituzione degli atti al giudice di primo grado per un nuovo giudizio, ai fini della rinnovazione dell'accordo ex art. 444 c.p.p. ovvero del proseguimento nelle forme ordinarie.