Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24732 del 11 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:24732PEN

Massima

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La coltivazione di cannabis indica, anche se finalizzata all'uso personale e di modesta entità, integra il reato di cui all'art. 73, comma 5, del D.P.R. n. 309/1990, in quanto la condotta è astrattamente idonea ad ampliare la possibilità di diffusione della sostanza stupefacente, a prescindere dal numero di dosi ricavabili. Tuttavia, ai fini della configurabilità del reato, è necessario accertare in concreto l'effettiva offensività della condotta, valutando la potenzialità lesiva della coltivazione in relazione alle sue possibilità future di sviluppo e di accrescimento, anche alla luce di eventuali fattori che ne possano compromettere la capacità drogante, come il cattivo stato vegetativo delle piante. Pertanto, il giudice deve svolgere una valutazione prospettica della situazione concreta, al fine di verificare la sussistenza dell'antigiuridicità della condotta, senza limitarsi al mero dato quantitativo della sostanza stupefacente potenzialmente ricavabile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Ann - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. BASSI Alessand - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS), nato ad (OMISSIS);

avverso la sentenza del 29/10/2013 della Corte d'appello di Caltanissetta visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale CEDRANGOLO Oscar, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito l'avv. (OMISSIS) per il ricorrente, che si e' riportato al ricorso richiedendo in…

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