Il mutamento di destinazione d'uso di un locale accessorio, originariamente adibito a deposito o sgombero, in unità abitativa idonea per fini residenziali, integra un intervento edilizio rilevante che comporta un aggravio del carico urbanistico complessivo, per il quale è necessario il preventivo rilascio del permesso di costruire ai sensi degli artt. 23-ter e 32 del d.P.R. n. 380/2001, a prescindere dall'esecuzione materiale di opere edilizie. L'ordinanza di demolizione di tali abusi edilizi, in quanto misura sanzionatoria per l'accertata inosservanza di disposizioni urbanistiche, può essere legittimamente adottata senza previa comunicazione di avvio del procedimento, rientrando in un procedimento di natura vincolata tipizzato dal legislatore. La motivazione dell'ordinanza di demolizione deve indicare puntualmente gli abusi accertati, le prescrizioni normative e regolamentari violate, nonché le caratteristiche dell'intervento realizzato, senza necessità di una specifica qualificazione giuridica dello stesso, essendo sufficiente una descrizione dettagliata dei lavori eseguiti e delle opere abusive. L'amministrazione comunale non è tenuta, prima di emanare l'ordinanza di demolizione, a verificare la possibilità di sanare l'abuso edilizio ai sensi dell'art. 36 del d.P.R. n. 380/2001, essendo tale valutazione rimessa all'esclusiva iniziativa della parte interessata.