Il reato di ingiuria, essendo stato abrogato dal D.Lgs. n. 7 del 2016, non può più essere contestato e la relativa condanna deve essere annullata senza rinvio. Tuttavia, la circostanza aggravante di cui all'art. 625, n. 7 c.p. per il danneggiamento di cose in luoghi privati ma aperti al pubblico e sottoposti a sorveglianza saltuaria sussiste, in quanto la ratio dell'aggravante è quella di tutelare le cose lasciate temporaneamente o permanentemente senza custodia continua. Ai fini della configurabilità del reato di atti persecutori, il giudice di appello può motivare per relationem, richiamando le argomentazioni già svolte dal primo giudice, quando le censure difensive proposte in sede di gravame risultano generiche e non confutano specificamente le ragioni della decisione impugnata. Diversamente, laddove siano formulate critiche puntuali e argomentate, il giudice di appello è tenuto a esplicitare le ragioni del proprio convincimento. Infine, la mancata concessione della sospensione condizionale della pena, oggetto di specifica impugnazione, deve essere adeguatamente motivata dal giudice di appello, anche in considerazione della riduzione della pena inflitta in primo grado.