Il giudice di pace non può disporre l'applicazione di misure di sicurezza nei confronti di un imputato ritenuto non imputabile per vizio totale di mente, in relazione a un reato per il quale l'ordinamento penale, ai sensi dell'art. 222 c.p., comma 1, seconda parte, esclude tale possibilità in ragione del regime sanzionatorio previsto. Ciò in quanto l'applicazione del ricovero ospedaliero in ipotesi di accertata infermità psichica o altre situazioni espressamente previste, non è consentita per le contravvenzioni o i delitti colposi, ovvero per altri delitti per i quali la legge stabilisce la pena pecuniaria o la reclusione per un tempo non superiore nel massimo a due anni. Pertanto, il giudice di pace, pur avendo rilevato che l'imputato presentava una personalità distorta, dalla quale derivava incapacità di intendere e di volere nonché una sua pericolosità sociale, non può disporre l'applicazione di una misura di sicurezza, essendo tale potere estraneo alla sua competenza. In tali casi, il giudice di pace deve limitarsi a pronunciare sentenza di assoluzione ai sensi dell'art. 530 c.p., comma 1, rimettendo gli atti al tribunale competente per ogni ulteriore valutazione e l'eventuale applicazione di misure di sicurezza.