Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41197 del 8 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:41197PEN

Massima

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La coltivazione non autorizzata di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, anche quando realizzata per la destinazione del prodotto all'uso personale, costituisce condotta penalmente rilevante, la cui punibilità dipende dalla concreta offensività della condotta, da valutarsi in base all'idoneità della sostanza ricavata a produrre un effetto drogante rilevabile. Il giudice, nel verificare tale offensività, può legittimamente considerare la quantità di principio attivo contenuto nella sostanza sequestrata, senza che ciò integri una violazione del principio di offensività o un'applicazione irragionevole della normativa in materia di stupefacenti. La scelta legislativa di prevedere un trattamento sanzionatorio unitario per le condotte relative a droghe c.d. "leggere" e "pesanti", pur potendo apparire discutibile sotto il profilo della proporzionalità, rientra nell'ampio margine di discrezionalità riconosciuto al legislatore in materia di politica criminale e non può essere censurata in sede di controllo di costituzionalità, in assenza di una manifesta arbitrarietà o irragionevolezza della disciplina. Pertanto, la condanna per il reato di coltivazione non autorizzata di sostanze stupefacenti, anche quando realizzata per uso personale, è legittima ove il giudice accerti la concreta offensività della condotta sulla base di elementi probatori, come la quantità di principio attivo contenuto nella sostanza sequestrata, senza che ciò comporti una violazione dei principi costituzionali o della normativa sovranazionale in materia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. MOGINI Stefa - Rel. Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 269/15 pronunciata dalla Corte di appello di Trento il 9/9/2015;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito in difesa del ricorrente l'Avv. (OMISSIS), che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.

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