Il superamento dei limiti di occupazione del suolo pubblico concesso, accertato mediante verbale di pubblici ufficiali, configura una violazione del titolo concessorio che legittima l'applicazione della sanzione della sospensione della concessione, anche in assenza di prova di colpa del concessionario, in quanto grava su di esso un dovere di vigilanza per impedire l'estensione non autorizzata dell'occupazione. La previsione regolamentare di fasce temporali semestrali per l'applicazione omogenea della sanzione, distinte in periodo estivo e invernale, costituisce un criterio oggettivo e razionale, non irragionevole né in contrasto con il principio di buon andamento della pubblica amministrazione. L'accertamento della violazione da parte di pubblici ufficiali mediante verbale ha efficacia di piena prova fino a querela di falso, non potendo essere disatteso sulla base di mere congetture o ipotesi difensive non supportate da elementi di prova. La sanzione della sospensione della concessione per occupazione abusiva di suolo pubblico, pur incidendo sull'attività economica del concessionario, risulta proporzionata e adeguata alla gravità della violazione accertata.