Cassazione penale Sez. I sentenza n. 23473 del 10 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:23473PEN

Massima

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Il magistrato, nell'esercizio delle proprie funzioni, è tenuto al rispetto del principio di correttezza e di lealtà nei confronti dei professionisti che partecipano al processo, anche in presenza di pregressi contrasti, essendo vietato l'uso di espressioni offensive o lesive della reputazione altrui. Pertanto, l'utilizzo di qualifiche come "ridicoli, incompetenti e maleducati" nei confronti dei membri di un'associazione professionale, anche se riferite solo ad alcuni di essi presenti in udienza, integra il reato di diffamazione, in quanto idonee a ledere l'onore e il decoro della categoria professionale nel suo complesso. Il magistrato, in ragione del suo ruolo e della funzione pubblica esercitata, è tenuto a mantenere un comportamento imparziale e rispettoso, astenendosi da giudizi sommari o svalutazioni della professionalità altrui, anche in presenza di contrasti pregressi, al fine di preservare il prestigio e l'autorevolezza dell'istituzione giudiziaria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella - rel. Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PA. Pa. , nata a (OMESSO);

avverso la sentenza in data 16 marzo 2010 della Corte di cassazione;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Antonella Patrizia Mazzei;

udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. Delehaye Enrico, il quale ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso;

sent…

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