Cassazione penale Sez. III sentenza n. 12841 del 24 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:12841PEN

Massima

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Il principio di proporzionalità della misura cautelare, sancito dall'art. 275 comma 2 c.p.p., non può essere inteso in chiave meramente matematica, ma deve essere sempre raccordato alle valutazioni inerenti alla sussistenza e alla persistenza delle esigenze cautelari, senza che possa darsi luogo ad automatismi non previsti dalla legge. L'apprezzamento in ordine alle esigenze cautelari deve essere sempre tenuto presente dal giudice, che incontra come solo limite l'entità della sanzione irrogata, in applicazione del disposto dell'art. 304 comma 4 c.p.p. La legittimazione a proporre ricorso per cassazione avverso un provvedimento di revoca della misura cautelare adottato dal Tribunale del riesame, ai sensi dell'art. 311 comma 1 c.p.p., è attribuita soltanto al pubblico ministero che ha richiesto l'applicazione della misura e al pubblico ministero presso il tribunale indicato nell'art. 309 comma 7 c.p.p., con esclusione del procuratore generale presso la corte d'appello, in quanto la chiara e precisa individuazione dei soggetti legittimati non consente di ampliare tale cerchia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. MARMO Margherit - rel. Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di BOLOGNA;

nei confronti di:

1) CH. MO. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 21/08/2008 TRIB. LIBERTA' di BOLOGNA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARMO MARGHERITA;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. FRATICELLI Mario, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

FATTO E DIRITTO

La Corte di Appello di Bologna, con …

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