Il provvedimento di sospensione dei lavori edilizi abusivi ha natura cautelare e provvisoria, finalizzata ad evitare il proseguimento dell'attività costruttiva illecita, e la sua efficacia è temporalmente limitata al decorso del quarantacinquesimo giorno dalla sua adozione, spirando senza necessità di un ulteriore provvedimento di demolizione o repressivo. Pertanto, una volta cessati gli effetti del provvedimento di sospensione, viene meno l'interesse all'annullamento giurisdizionale dello stesso, in quanto il suo scopo cautelare è stato comunque raggiunto, indipendentemente dall'adozione di ulteriori misure repressive. In tali casi, il ricorso giurisdizionale deve essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, essendo venuto meno l'oggetto della controversia. La disciplina normativa delineata dagli artt. 27 e 31 del D.P.R. n. 380/2001 prevede una sequenza procedimentale in cui il provvedimento di sospensione dei lavori abusivi ha una funzione provvisoria e strumentale rispetto all'eventuale successiva adozione di un provvedimento definitivo di demolizione, senza che la mancata emanazione di quest'ultimo incida sulla cessazione degli effetti del primo.