La pianificazione urbanistica comunale gode di ampia discrezionalità, non essendo consentito al giudice amministrativo di sindacare le scelte di governo del territorio, salvo che siano inficiate da errori di fatto o da vizi evidenti di illogicità e contraddittorietà. La stipula di una convenzione per l'utilizzo temporaneo di un'area a destinazione diversa da quella prevista dagli strumenti urbanistici non determina l'insorgere di un affidamento tutelabile in capo al privato, né vincola l'amministrazione a mantenere la medesima classificazione urbanistica. La classificazione di un fabbricato come edificio storico, con conseguente assoggettamento ai soli interventi di restauro conservativo, è legittima ove risulti coerente con le caratteristiche dell'immobile e non comporti limitazioni incompatibili con il suo pregresso utilizzo, purché siano comunque consentite trasformazioni fino al restauro e risanamento conservativo. Il ripristino della fascia di rispetto cimiteriale ai 200 metri previsti dalla normativa statale, ove non sussistano i presupposti per una riduzione motivata, non costituisce un provvedimento illegittimo.