Cassazione penale Sez. III sentenza n. 23873 del 28 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:23873PEN

Massima

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Il decorso del tempo in custodia cautelare, pur rilevante ai fini della valutazione della proporzionalità della misura, non costituisce di per sé elemento sufficiente per l'attenuazione o il venir meno delle esigenze cautelari, dovendo il giudice valutare complessivamente la concreta e attuale pericolosità sociale del soggetto, anche alla luce della sua condotta durante la detenzione e della sua capacità di autocontrollo, nonché della idoneità di misure meno afflittive a scongiurare il pericolo di reiterazione del reato. Pertanto, il mero trascorrere del tempo in carcere non è elemento decisivo ai fini della sostituzione della custodia cautelare con una misura meno grave, essendo necessario che il giudice valuti attentamente tutti gli elementi concreti idonei a dimostrare l'affievolimento delle esigenze cautelari, tra cui il comportamento tenuto dal soggetto durante la detenzione e la sua capacità di autodisciplina, al fine di verificare se una misura meno afflittiva possa comunque assicurare il soddisfacimento delle esigenze cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. ROSI Elisabetta - Consigliere

Dott. SOCCI Angelo M. - rel. Consigliere

Dott. CERRONI Claudio - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 02/10/2017 del TRIB. LIBERTA' di BOLOGNA
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANGELO MATTEO SOCCI;
sentite le conclusioni del PG, Dr. GIOVANNI DI LEO: "Inammissibilita' del ricorso".
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Bologna, sezione per il riesame, con ordinanza del 2 ottobre 2017, confermava l'ordinanza, del Tribunale di ((omissis)) del 5 agosto 2017, che aveva rigettato l'istanza, di (OMISSIS), d…

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