Cassazione penale Sez. II sentenza n. 2454 del 21 gennaio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:2454PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, mediante minaccia o violenza, costringe la vittima a compiere un atto che le procura un danno patrimoniale e un ingiusto profitto per sé o per altri. La minaccia, quale elemento costitutivo del reato, non richiede necessariamente la prospettazione di un male irreparabile, essendo sufficiente la prospettazione di un pregiudizio concreto tale da far sorgere nella vittima il timore di un danno. Ai fini della configurabilità del reato, è irrilevante la forma o il modo della minaccia, purché essa sia idonea, in relazione alle circostanze concrete, a incutere timore e a coartare la volontà del soggetto passivo. Integra il delitto di estorsione anche la minaccia o la violenza finalizzata ad ottenere la rinuncia alla tutela di un proprio diritto in una controversia di lavoro, come nel caso in cui il datore di lavoro minacci il dipendente per costringerlo a rassegnare le dimissioni e a rinunciare ai propri diritti retributivi. Il reato di estorsione si consuma nel momento in cui si verifica l'evento dannoso per la vittima, non essendo necessario il raggiungimento dello scopo ultimo perseguito dall'agente. Pertanto, non è configurabile il tentativo, ma il reato è da ritenersi consumato, quando le minacce abbiano determinato la vittima a compiere l'atto lesivo dei suoi interessi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Piero - Consigliere

Dott. DE SANTIS Anna M. - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

Dott. DI PISA Fab - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20/02/2019 della CORTE APPELLO di TRIESTE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere FABIO DI PISA;
esaminate le conclusioni scritte, in data 6 Marzo 2020, del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. MANUALI Valentina, che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'appello di Trieste…

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