Cassazione penale Sez. V sentenza n. 41726 del 13 ottobre 2023

ECLI:IT:CASS:2023:41726PEN

Massima

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Il reato di diffamazione commesso attraverso la pubblicazione di contenuti lesivi della reputazione altrui su un profilo social è un reato istantaneo di evento, che si consuma nel momento in cui tali contenuti diventano accessibili a terzi. Il termine di prescrizione del reato decorre pertanto da tale momento, senza che il protrarsi della lesione del bene giuridico protetto incida sulla struttura del reato, trasformandolo in reato permanente. Inoltre, la mancata contestazione da parte dell'imputato circa l'accesso di ignoti al suo profilo social e l'assenza di una sua negativa in ordine alla paternità delle pubblicazioni, nonostante il loro protrarsi per anni, integrano elementi idonei a fondare il giudizio di responsabilità, in assenza di una critica effettiva e consistente da parte della difesa agli argomenti esposti dai giudici di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Presidente

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. SGUBBI Vincenzo - Consigliere

Dott. BIFULCO Daniela - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 02/11/2022 della CORTE APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa BIFULCO DANIELA;
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore generale, Dott.ssa TASSONE KATE, la quale ha chiesto pronunciarsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con sentenza del 2 novembre 2022, la Corte d'appello di Palermo…

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