Cassazione penale Sez. II sentenza n. 15010 del 13 maggio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:15010PEN

Massima

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Il vincolo associativo che caratterizza il delitto di associazione per delinquere si distingue dal concorso di persone nel reato continuato per il fatto che nel primo caso l'accordo criminoso è diretto all'attuazione di un più vasto programma criminoso, per la commissione di una serie indeterminata di delitti, con la permanenza di un vincolo associativo tra i partecipanti, anche indipendentemente e al di fuori dell'effettiva commissione dei singoli reati programmati. Al contrario, nel concorso di persone il vincolo si concretizza in via meramente occasionale ed accidentale, essendo diretto alla commissione di uno o più reati - anche nell'ambito di un medesimo disegno criminoso - con la realizzazione dei quali si esaurisce l'accordo e cessa ogni motivo di allarme sociale. Pertanto, la valutazione della gravità indiziaria del reato associativo deve tenere conto dell'organizzazione, dei mezzi, dello scambio di informazioni, della costanza dell'attività di controllo sull'area boschiva, degli episodi di mutua assistenza, anche attraverso lo scambio di clienti e la suddivisione dei ruoli, elementi incompatibili con la mera ipotesi di un concorso occasionale. Inoltre, l'interpretazione del contenuto delle intercettazioni, quale prova principale a sostegno della gravità indiziaria, è rimessa alla valutazione discrezionale del giudice di merito, sindacabile in sede di legittimità solo in presenza di travisamento della prova, ossia quando il giudice ne abbia indicato il contenuto in modo difforme da quello reale e la difformità risulti decisiva ed incontestabile. Infine, il pericolo cautelare, ritenuto concreto, attuale e non contenibile con misure meno afflittive, può essere desunto dalla persistenza e reiterazione dell'attività illecita, desumibile anche dal rinvenimento di ingenti quantitativi di legna nella disponibilità dell'indagato in epoca recente, nonché dalla considerazione che eventuali margini di libertà superiori non impedirebbero all'indagato di ricollocarsi nel medesimo contesto territoriale in cui l'organizzazione è sorta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CERVADORO Mirella - Presidente

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina A. - Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 07/08/2019 del TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. SANDRA RECCHIONE;
sentite le conclusioni del PG Dott. COCOMELLO Assunta che conclude per il rigetto del ricorso;
l'avv. (OMISSIS) insisteva per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Catanzaro, decidendo in sede di riesame, confermava l'ordinanza che applicava al (OMISSIS) la custodia …

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