La sospensione dell'esecuzione della pena a norma dell'art. 656 cod. proc. pen. non può essere disposta nei confronti del tossicodipendente o dell'alcool dipendente istante per l'affidamento terapeutico, allorché essa riguardi condanna inflitta per reato ostativo alla sospensione stessa, salvo che, al momento del passaggio in giudicato della sentenza, l'interessato si trovi agli arresti domiciliari disposti ai sensi dell'art. 89 del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, e l'interruzione del programma in corso possa pregiudicarne il recupero. Il regime cautelare cui il condannato tossicodipendente o alcool dipendente era sottoposto al momento del passaggio in giudicato della sentenza per reato ostativo è rilevante ai fini della concessione della sospensione dell'esecuzione della pena, non essendo sufficiente la mera autorizzazione a svolgere colloqui di sostegno programmati dalla struttura sanitaria. La disciplina speciale prevista dall'art. 89 d.P.R. 309/1990 non trova applicazione nei confronti del condannato per reati ostativi elencati nella legge 26 luglio 1975, n. 354, art. 4-bis, in quanto tali reati precludono la concessione degli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica.