Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6501 del 17 febbraio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:6501PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'espressione di offesa e minaccia, anche se formulata in modo dialettale o gergale, integra i reati di ingiuria e minaccia, qualora riveli l'inequivoco intento dell'autore di ledere l'onore e l'incolumità fisica della persona offesa, senza che sia necessario l'effettivo verificarsi di uno stato di intimidazione in capo a quest'ultima. Ciò in quanto alcune modalità espressive sono oggettivamente da considerarsi offensive e inaccettabili, a prescindere dal contesto in cui sono pronunciate, salvo che non risultino chiaramente utilizzate "ioci causa". Pertanto, la valutazione della rilevanza penale delle espressioni impiegate deve tenere conto del loro significato intrinseco, della personalità dell'offeso e dell'offensore, nonché delle circostanze concrete in cui sono state proferite, senza che il giudice di merito possa essere sostituito nella sua esclusiva competenza di apprezzamento degli elementi probatori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 76/2013 TRIBUNALE di MESSINA, del 05/05/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/12/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SCARLINI Enrico Vittorio Stanislao;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FRATICELLI Mario, che ha concluso per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
(OMISSIS), a mezzo del suo difensore, ricorre avverso la sentenza del Tribunale di Messina del 5 maggio 201…

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