Il reato di atti persecutori è procedibile d'ufficio quando il fatto è stato commesso da soggetto già ammonito ai sensi dell'art. 8 del d.l. n. 38/2009, convertito in l. n. 93/2009, a prescindere dalla remissione di querela da parte della persona offesa. Il giudice non può dichiarare l'estinzione del reato per remissione di querela in tali casi, in quanto la procedibilità d'ufficio prevale sulla disponibilità dell'azione penale da parte della persona offesa. La ratio di tale disciplina è quella di tutelare maggiormente la vittima di stalking, anche quando questa, per vari motivi, decida di rimettere la querela, considerata la particolare pericolosità del soggetto già ammonito. Pertanto, il giudice è tenuto a proseguire il procedimento penale nonostante la remissione di querela, al fine di accertare la responsabilità dell'imputato e applicare le conseguenti sanzioni penali, nell'ottica di una più efficace protezione della vittima e della collettività.