Cassazione penale Sez. V sentenza n. 229 del 7 gennaio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:229PEN

Massima

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La misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza può essere applicata nei confronti di un soggetto sulla base di un quadro indiziario univoco e sufficientemente indicativo della sua pericolosità sociale, anche in assenza di una condanna per reati associativi, purché emergano elementi oggettivi e concreti che dimostrino un suo stabile collegamento con l'associazione mafiosa, desumibili da comportamenti sintomatici di un abituale tenore di vita nell'illegalità, quali precedenti penali, frequentazioni di pregiudicati, denunce per gravi reati e altre manifestazioni contrastanti con la sicurezza pubblica. Il giudice, pur non dovendo raggiungere la prova della partecipazione formale all'associazione, deve tuttavia valutare complessivamente la personalità del soggetto sulla base di un quadro indiziario univoco, senza limitarsi a valutazioni meramente soggettive, potendo desumere gli indizi di appartenenza anche da comportamenti indicativi di un qualsiasi collegamento stabile con l'associazione criminale, ancorché non integranti la fattispecie di cui all'art. 416-bis c.p. L'interpretazione data dal giudice di merito al significato di conversazioni intercettate, se sorretta da adeguata motivazione, è incensurabile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ar. Ma., n. a (OMESSO);

avverso il decreto della Corte d'appello di Catania depositato il 30 marzo 2007;

Sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));

Lette le conclusioni del P.M. che ha chiesto il rigetto del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

1. Con il decreto impugnato la Corte d'appello di Catania ha confermato l'aggravamento per due anni della misura di p…

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