Cassazione penale Sez. I sentenza n. 16246 del 26 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:16246PEN

Massima

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La presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p. per i reati aggravati dal metodo mafioso può essere superata solo attraverso l'allegazione di elementi concreti ed idonei a escludere il perdurare dei legami con la criminalità organizzata, non essendo sufficiente il mero richiamo a dichiarazioni o circostanze già valutate in precedenti provvedimenti cautelari. Il giudice del riesame, nel valutare la richiesta di revoca della misura cautelare, è tenuto a verificare la sussistenza di tali elementi, non potendo limitarsi a richiamare il pregresso giudicato cautelare, in quanto la valutazione delle esigenze cautelari deve essere effettuata in relazione al momento in cui viene proposta la richiesta di revoca, tenendo conto di eventuali mutamenti della situazione rispetto al precedente provvedimento. Pertanto, il rigetto della richiesta di revoca della misura cautelare deve essere adeguatamente motivato in relazione alla concreta permanenza delle esigenze cautelari, senza poter fare mero rinvio al precedente giudicato cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. TO. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1579/2009 TRIB. LIBERTA' di PALERMO, del 20/10/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIRACCINI Paola;

Rilevato che il Procuratore Generale nella persona del Cons. Dott. Salvi chiedeva l'inammissibilita' del ricorso;

Rilevato che il difensore non e' comparso.

FATTO E DIRITTO

Il Tribunale del riesame di Pal…

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