Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: L'ordine di demolizione di opere edilizie abusive realizzate in assenza di permesso di costruire e di autorizzazione paesaggistica è legittimo, salvo che per le opere oggetto di una pendente istanza di condono edilizio, per le quali l'amministrazione deve preventivamente esaminare e definire la richiesta di sanatoria, sospendendo ogni procedimento sanzionatorio, ai sensi degli articoli 38 e 44 della legge n. 47 del 1985. Tuttavia, le eventuali modifiche o trasformazioni apportate all'immobile oggetto di condono, al di fuori della procedura di completamento prevista dall'articolo 35 della medesima legge, non sono coperte dal condono e pertanto devono essere demolite, indipendentemente dalla loro qualificazione come manutenzione straordinaria, risanamento o ristrutturazione. L'ordine di demolizione di tali opere è legittimo sia ai sensi dell'articolo 27 del D.P.R. n. 380 del 2001, applicabile a ogni ipotesi di opere abusive in ambito vincolato, sia ai sensi dell'articolo 167 del d.lgs. n. 42 del 2004, in quanto le opere hanno comunque trasformato l'aspetto esteriore del manufatto. L'omissione dell'avviso di avvio del procedimento non determina l'annullamento dell'ordine di demolizione, in applicazione dell'articolo 21-octies della legge n. 241 del 1990, mentre non è necessario il preventivo parere della commissione edilizia integrata, trattandosi dell'esercizio di poteri sanzionatori in materia urbanistico-edilizia.