Il vincolo paesaggistico di cui all'art. 146 del d.lgs. n. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) si applica agli interventi edilizi realizzati entro la fascia di 150 metri dai corsi d'acqua pubblici, indipendentemente dalla previsione urbanistica comunale e dalla classificazione dell'area nel piano regolatore generale. Pertanto, la realizzazione di un manufatto edilizio in tale fascia di rispetto, senza la preventiva autorizzazione paesaggistica, integra una violazione del vincolo di tutela paesaggistica, a prescindere dalla destinazione urbanistica dell'area e dalla pregressa classificazione della stessa nel piano regolatore comunale. Il rilascio del permesso di costruire in sanatoria è, dunque, legittimamente negato dall'amministrazione comunale qualora l'intervento edilizio risulti realizzato in violazione del predetto vincolo paesaggistico, non rientrando tra le ipotesi di cui all'art. 167, comma 4, lett. a), del d.lgs. n. 42/2004, che consentono il rilascio dell'autorizzazione in sanatoria. Il rispetto del vincolo paesaggistico costituisce, infatti, un presupposto inderogabile per il rilascio del titolo edilizio, anche in sanatoria, a prescindere dalla conformità urbanistica dell'intervento.