Il mero superamento della soglia di tolleranza del 2% della volumetria autorizzata non può, di per sé, giustificare la qualificazione di una variazione edilizia come "essenziale" ai sensi dell'art. 32 del D.P.R. n. 380/2001, essendo necessario verificare in concreto se l'opera realizzata risulti effettivamente diversa da quella assentita per conformazione, strutturazione, destinazione ed ubicazione. Pertanto, l'ordine di demolizione di un manufatto per una variazione volumetrica di modesta entità, pari a circa il 2,7% del volume autorizzato, è illegittimo in assenza di una adeguata motivazione che ne dimostri l'essenzialità, dovendosi in tal caso applicare la sanzione pecuniaria prevista dall'art. 34 del medesimo D.P.R. L'ordine di demolizione può essere legittimamente indirizzato nei confronti del soggetto che, alla data dell'adozione del provvedimento, risulti utilizzatore dell'immobile, a prescindere dalla sua responsabilità nella realizzazione dell'abuso, in quanto tale soggetto è in grado di provvedere alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi.