Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 18809 del 18 aprile 2017

ECLI:IT:CASS:2017:18809PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale, deve essere valutato dal giudice in concreto, avendo riguardo alle modalità della condotta criminosa posta in essere, alla personalità dell'indagato e al contesto socio-ambientale in cui egli verrebbe a trovarsi, ove non sottoposto a restrizioni della libertà personale. Tale pericolo può ritenersi sussistente anche in assenza di effettive ed immediate opportunità di ricaduta, purché risulti probabile, sulla base di elementi indicativi recenti, la commissione di ulteriori reati della stessa indole, in ragione dei collegamenti dell'indagato con organizzazioni dedite in modo strutturato al traffico di sostanze stupefacenti. La condotta collaborativa dell'indagato non comporta, di per sé sola, una riduzione automatica della pericolosità sociale e non può sostituire il puntuale accertamento della concreta realtà di fatto, riservato al giudice di merito ai fini della revoca o della modifica della misura cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BLAIOTTA Rocco Marco - Presidente

Dott. CAPPELLO Gabriella - Consigliere

Dott. TANGA Antonio L. - Consigliere

Dott. CENCI Daniele - Consigliere

Dott. PAVICH Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 1/2017 TRIB. LIBERTA' di TRIESTE, del 12/01/2017;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE PAVICH;
lette/sentite le conclusioni del PG Dott. STABILE Carmine, che ha chiesto il rigetto del ricorso;
dato atto che alcun difensore e' comparso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale del Riesame di Trieste, con ordinanza resa il 12 gennaio 2017, ha confermato il provvedime…

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