Cassazione penale Sez. II sentenza n. 34496 del 14 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:34496PEN

Massima

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Il reato di truffa aggravata e continuata si configura quando l'agente, con artifici e raggiri, induce in errore la persona offesa e la induce a consegnare una somma di denaro, realizzando un ingiusto profitto a danno della vittima. La responsabilità penale dell'imputato può essere affermata anche in presenza di una doppia conformità delle sentenze di merito, che integrano un risultato organico ed inscindibile, in assenza di macroscopici travisamenti delle risultanze probatorie. Il giudice di legittimità, in caso di doppia conforme, può sindacare il vizio di travisamento della prova solo quando emerga in modo inequivocabile la non corrispondenza delle motivazioni di entrambe le sentenze di merito rispetto al compendio probatorio acquisito nel contraddittorio delle parti. La condanna dell'imputato per il reato di truffa aggravata e continuata è pertanto legittima quando risulti provato, sulla base di un accertamento di fatto immune da vizi logici o giuridici, che lo stesso, con artifici e raggiri, si sia fatto consegnare dalla persona offesa una somma di denaro, realizzando un ingiusto profitto a suo danno.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - est. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS) il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/09/2016 della Corte di Appello di Bologna;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal Consigliere Dott. SGADARI Giuseppe;
udito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. STABILE Carmine, che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza in epigrafe, la Corte di Appello di Bologna, parzialmente riformand…

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