Cassazione penale Sez. I sentenza n. 24578 del 15 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:24578PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuità criminosa tra reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e reati di traffico di stupefacenti commessi in concorso con soggetti diversi non può essere riconosciuta in assenza di una dimostrazione, in punto di fatto, dell'esistenza di un unico disegno criminoso che abbia sorretto la perpetrazione di entrambe le categorie di reati. Il mero dato astratto della possibilità di continuazione tra tali fattispecie non è sufficiente, essendo necessario che il condannato offra la prova concreta degli elementi che comprovino l'unicità del processo di ideazione e volizione alla base dei reati connessi. Inoltre, lo stato di tossicodipendenza del condannato, pur se accertato in una precedente sentenza, non costituisce di per sé elemento idoneo a giustificare il riconoscimento della continuazione, qualora il giudice dell'esecuzione abbia già valutato tale circostanza come irrilevante ai fini della determinazione del trattamento sanzionatorio unitario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. CA. EM. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 16/10/2008 GIUDICE UDIENZA PRELIMINARE di ROMA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. VECCHIO MASSIMO;

Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, Dott. LO VOI Francesco, sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa Corte suprema, il quale ha concluso per la inammissibilita' del ricorso e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del pr…

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