Cassazione penale Sez. V sentenza n. 4724 del 4 febbraio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:4724PEN

Massima

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Il possesso di uno strumento atto ad offendere, come un taglierino, può essere giustificato se l'imputato dimostra che esso era necessario per svolgere attività lavorative o di bricolage, e non era destinato ad essere utilizzato come arma. Tuttavia, in assenza di tale giustificazione, il porto di tale strumento integra il reato di cui all'art. 4 della legge 110/1975, che si prescrive nel termine di due anni. Inoltre, nel caso di reato di lesioni personali semplici, l'integrale risarcimento del danno da parte dell'imputato prima della sentenza di appello può comportare l'estinzione del reato ai sensi dell'art. 162-ter c.p., purché ricorrano gli altri requisiti previsti dalla norma. Al contrario, la particolare tenuità del fatto ex art. 131-bis c.p. non può essere dedotta per la prima volta in Cassazione, se tale disposizione era già in vigore alla data della sentenza di appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Presidente

Dott. BELMONTE ((omissis)) - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabet - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 28/01/2019 della CORTE di APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. SPINACI Sante, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio per prescrizione capo C) e ex articolo 162-ter capo B).
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Co…

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