Il provvedimento di demolizione di opere edilizie abusive è un atto dovuto e vincolato per l'amministrazione, la cui adozione non richiede una specifica motivazione in quanto la prevalenza dell'interesse pubblico alla rimozione dell'abuso è presunta per legge e si rinviene in re ipsa per il solo riscontro dell'illecito edilizio-urbanistico. La presentazione di una domanda di accertamento di conformità edilizia, ai sensi dell'art. 36 del d.P.R. n. 380/2001, sospende l'efficacia del provvedimento demolitorio solo entro il termine decadenziale di 60 giorni previsto per il formarsi del silenzio-diniego sulla stessa istanza; decorso tale termine, in assenza di tempestiva impugnazione del diniego tacito, il provvedimento di demolizione riacquista efficacia senza che l'amministrazione debba reiterarlo. La natura vincolata e doverosa della sanzione demolitoria esime l'amministrazione dall'obbligo di garantire il contraddittorio procedimentale ai sensi dell'art. 7 della legge n. 241/1990, essendo tale vizio comunque assorbito ai sensi dell'art. 21-octies della medesima legge. Infine, le misure sanzionatorie edilizie costituiscono atti di gestione riservati alla competenza del dirigente comunale, a prescindere dalle previsioni degli statuti locali, in quanto il Sindaco è organo di rappresentanza legale e di indirizzo politico, privo di poteri gestionali.