Il provvedimento amministrativo ad efficacia durevole può essere revocato dall'organo che lo ha emanato o da altro organo previsto dalla legge per sopravvenuti motivi di pubblico interesse ovvero in caso di mutamento della situazione di fatto non prevedibile al momento dell'adozione del provvedimento, salvo che per i provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici. La valutazione di tali presupposti per l'esercizio del potere di revoca è rimessa alla discrezionalità della pubblica amministrazione, sindacabile solo in caso di manifesta illogicità, arbitrarietà o irrazionalità. Pertanto, l'aumento generalizzato e imprevedibile dei prezzi delle materie prime, dovuto a fattori esterni come il conflitto bellico, può integrare un mutamento della situazione di fatto tale da giustificare la revoca di una procedura di gara, anche in assenza di una formale aggiudicazione, al fine di tutelare l'interesse pubblico alla realizzazione dell'opera nelle condizioni economiche sostenibili. In tali casi, la pubblica amministrazione non incorre in responsabilità precontrattuale, in quanto la sua condotta non può ritenersi contraria ai doveri di correttezza e buona fede, essendo determinata da circostanze sopravvenute e imprevedibili.