Il rilascio dell'autorizzazione per lo stoccaggio di prodotti energetici presso depositi di terzi, ai sensi della legge n. 205/2017, può essere negato o revocato qualora ricorrano, nei confronti del soggetto richiedente, le condizioni ostative previste dall'art. 23, commi 6 e 7, del Testo Unico Accise, anche con riferimento alle persone che ne rivestono funzioni di rappresentanza, amministrazione o direzione, nonché a quelle che ne esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo. In particolare, l'autorizzazione può essere negata o revocata quando il soggetto richiedente, o le persone che ne esercitano la gestione e il controllo, siano stati condannati per reati di natura tributaria, finanziaria e fallimentare, ovvero quando siano state accertate gravi e ripetute violazioni degli obblighi in materia di accisa, IVA e tributi doganali. Inoltre, l'istruttoria per il rilascio dell'autorizzazione può essere sospesa fino al passaggio in giudicato della sentenza conclusiva del procedimento penale, qualora nei confronti del soggetto istante sia stato emesso decreto che dispone il giudizio per uno dei reati indicati. La normativa in esame, volta a prevenire il rischio di frodi fiscali nel settore dei prodotti energetici, deve essere interpretata in modo sostanzialistico, tenendo conto dei collegamenti di fatto tra le diverse società coinvolte e delle posizioni di controllo e gestione esercitate dalle medesime persone fisiche, anche al di là della formale titolarità delle cariche sociali.