Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini della conferma della misura cautelare della custodia in carcere, può essere desunto dalle concrete modalità della condotta, quali la distanza percorsa, il numero di soggetti trasportati privi di titolo per l'ingresso o la permanenza nel territorio nazionale, l'assenza di legami di parentela con i connazionali e il possesso di ingenti somme di denaro, elementi che escludono il carattere occasionale e estemporaneo del fatto e denotano, invece, stabili collegamenti con la criminalità organizzata dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il mero decorso del tempo dalla adozione della misura cautelare non è di per sé sufficiente a far venir meno le esigenze cautelari, in assenza di ulteriori circostanze idonee a incidere sulla valutazione delle stesse. Il passaggio al giudizio, quale fisiologica transizione del procedimento penale, non è di per sé in grado di disarticolare il ragionamento cautelare originariamente seguito, ove non emergano elementi nuovi e decisivi a smentire la piattaforma indiziaria posta a fondamento della misura.