Il giudice di legittimità, nel valutare la sentenza di appello che aveva confermato la responsabilità penale dell'imputata per i reati di ingiuria e minaccia, afferma che: La testimonianza della persona offesa, ritenuta intrinsecamente lineare e priva di contraddizioni, e il fatto che la stessa abbia consegnato una registrazione audio delle espressioni integranti i reati, escludono che la parte offesa abbia voluto precostituirsi una prova falsa, facilmente smascherabile. Pertanto, la valutazione della credibilità della testimonianza della persona offesa, corroborata da elementi oggettivi, costituisce un solido fondamento per l'affermazione della responsabilità penale dell'imputata. Tuttavia, il reato di ingiuria è stato successivamente abrogato, per cui la sentenza di appello deve essere annullata in tale parte, con revoca delle relative statuizioni civili. Per il residuo reato di minaccia, in considerazione dei limiti edittali vigenti all'epoca e delle circostanze attenuanti generiche concesse, la pena è rideterminata in euro 40,00 di multa. Pertanto, la valutazione della credibilità della testimonianza della persona offesa, corroborata da elementi oggettivi, può costituire un valido fondamento per l'affermazione della responsabilità penale dell'imputato, fermo restando il rispetto dei principi di legalità e proporzionalità della pena.