Il reato di falsità ideologica in atto pubblico (art. 479 c.p.) tutela non solo l'interesse pubblico alla genuinità e veridicità degli atti, ma anche l'interesse del soggetto privato sulla cui sfera giuridica l'atto sia destinato a incidere concretamente. Di conseguenza, tale soggetto privato riveste la qualità di persona offesa dal reato e, in quanto tale, è legittimato a proporre opposizione alla richiesta di archiviazione. L'arbitraria o illegittima declaratoria di inammissibilità dell'opposizione sacrifica il diritto al contraddittorio della parte offesa in termini equivalenti o maggiormente lesivi rispetto all'ipotesi di mancato avviso per l'udienza camerale, sicché tale vizio del provvedimento è riconducibile alle ipotesi di impugnabilità contemplate dall'art. 409 comma 6 c.p.p. e ai casi di ricorso indicati nell'art. 606 lett. c) c.p.p. Pertanto, il giudice non può apoditticamente escludere la sussistenza dell'ipotesi delittuosa, ancorando tale giudizio a elementi di fatto, in violazione delle disposizioni inerenti alla pronuncia di archiviazione, ma deve fissare l'udienza di cui all'art. 410 c.p.p. in presenza di opposizione, garantendo il contraddittorio della parte offesa.