Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10455 del 16 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:10455PEN

Massima

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Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni, anche di proprietà di terzi, è legittimo quando ricorrono gravi indizi di appartenenza dell'indagato a un'associazione mafiosa, in quanto la confisca è obbligatoria ai sensi dell'art. 416-bis, comma 7, c.p. Il nesso di pertinenzialità tra il bene e il reato associativo non è necessario, essendo sufficiente che il bene, pur formalmente intestato a terzi, risulti nella disponibilità dell'imputato e la sua provenienza non sia giustificata, rivelando così un'intestazione fittizia. Il giudice cautelare deve motivare adeguatamente in ordine agli elementi indiziari che attestano il coinvolgimento dell'indagato nell'associazione mafiosa, nonché in merito all'insufficienza delle risorse economiche del nucleo familiare rispetto al valore dei beni da sottoporre a confisca, senza che sia necessaria un'indagine approfondita, riservata al giudizio di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata il (OMISSIS);

avverso l'Ordinanza del Tribunale della Liberta' di Catania del 29.11.2010;

sentita la Relazione svolta dal Cons. Gian Giacomo Sandrelli;

sentite la requisitoria del PG. (nella persona del Cons. Eduardo Scardaccione) che ha concluso per il rigetto;

Udito il difensore avv. (OMISSIS).

IN FATTO

Il Tribunale della Liberta' di Catania, con Ordinanza del 29…

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