Il permesso di soggiorno per richiesta di asilo politico o protezione internazionale non può essere convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato, in quanto la normativa vigente non prevede tale possibilità di conversione. Pertanto, la mancata pronuncia da parte della Questura sulla domanda di conversione presentata dal richiedente non costituisce un provvedimento di diniego impugnabile, in quanto la legge non consente tale passaggio da una tipologia di permesso di soggiorno all'altra. Il silenzio serbato dall'Amministrazione su tale richiesta non può essere equiparato a un provvedimento negativo, in quanto la Questura non ha alcun potere decisorio in merito. Inoltre, il ricorso avverso il silenzio serbato sulla domanda di rilascio del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato, già definito con pronuncia di irricevibilità per tardività, non può essere nuovamente proposto, in quanto la questione risulta già definitivamente decisa. Infine, l'eventuale impugnazione del provvedimento di espulsione emesso dalla Prefettura non rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo, bensì del giudice ordinario, ai sensi degli artt. 13 e 14 del D.Lgs. n. 286/1998.