Cassazione penale Sez. I sentenza n. 24965 del 12 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:24965PEN

Massima

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Il divieto di applicazione dell'indulto previsto per i reati aggravati ai sensi della Legge n. 203 del 1991, art. 7 si estende anche ai reati tentati, in quanto la natura e la gravità della condotta criminosa, caratterizzata dall'aggravante, escludono la possibilità di beneficiare del provvedimento di clemenza. Tuttavia, la giurisprudenza di legittimità ha riconosciuto che tale divieto non opera per il delitto di tentata estorsione, in quanto il reato tentato, per sua natura, non presenta la stessa carica offensiva e pericolosità sociale del reato consumato, rendendo così ammissibile l'applicazione dell'indulto anche in presenza dell'aggravante di cui alla Legge n. 203 del 1991, art. 7. Pertanto, il giudice dell'esecuzione, nel valutare l'istanza di applicazione dell'indulto, deve tenere conto della natura del reato tentato e della giurisprudenza consolidata che ammette l'applicazione del beneficio anche in presenza dell'aggravante, al fine di garantire il rispetto del principio di uguaglianza e di proporzionalità della pena.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - rel. Consigliere

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 132/2012 CORTE APPELLO di CATANIA, del 05/04/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. UMBERTO ZAMPETTI;

lette le conclusioni del PG Dott. CEDRANGOLO Oscar che ha chiesto l'annullamento.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza in data 05.04.2013 la Corte d'appello di Catania, quale giudice dell'esecuzione, rigettava l'istanza proposta da (OMISSIS) volta ad ottenere l…

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