Il provvedimento amministrativo di demolizione e riduzione in pristino dello stato dei luoghi, adottato a seguito di opere edilizie realizzate in assenza o in difformità dal titolo abilitativo, può essere legittimamente impugnato dal soggetto interessato, il quale ha diritto di essere previamente informato e messo in condizione di contraddire, ai sensi degli artt. 7 e 10-bis della legge n. 241/1990. Tuttavia, il sopravvenuto rilascio del permesso di costruire in sanatoria, ai sensi dell'art. 36 del d.P.R. n. 380/2001, determina il venir meno dell'interesse all'impugnazione di tali provvedimenti, rendendo il ricorso improcedibile. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che il provvedimento di demolizione, pur essendo legittimamente adottabile in presenza dei presupposti di legge, deve essere preceduto dal contraddittorio procedimentale, a tutela del diritto di difesa del destinatario; tuttavia, tale interesse viene meno quando l'amministrazione, in un momento successivo, rilascia il titolo edilizio in sanatoria, sanando la pregressa irregolarità. In tal caso, il ricorso avverso il provvedimento di demolizione diviene improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse.